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La levatrice del regime. Repressione e governi.

La levatrice del regime. Repressione e governi.

Abbiamo cercato sulle colonne di Umanità Nova di seguire il più possibile la crescita della repressione contro l’opposizione politica e sociale. Il governo ha compiuto un evidente salto di qualità, pur nella continuità con l’azione liberticida dei governi precedenti. Un esempio ne sono le frequenti precettazioni nel settore dei trasporti, nell’ambito di una normativa volta comunque a depotenziare le capacità di lotta delle organizzazioni sindacali. A questo possiamo aggiungere l’insistenza dei dirigenti del comparto pubblico, spinta fino al ridicolo, nel tutelare l’immagine del servizio offerto. Questo comportamento, senza arrivare agli onori della cronaca come nel caso dei clamorosi licenziamenti dei ferrovieri che denunciavano inadempienze dolose per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri, si traducono in un continuo stillicidio di minacce ed intimidazioni, declinate con circolari, avvisi e buoni consigli. Contro tutto questo è difficile lottare, quando manca l’organizzazione, quando mancano attivisti sindacali che non si lasciano intimidire.

Un altro aspetto importante è il vero e proprio controllo del territorio, che comincia con la lotta alle occupazioni e che trova concordi lgi stessi sindaci che appartengono ai partiti di opposizione. È esemplare quanto sta avvenendo a Firenze, dove Comune e Questura danno la caccia alle occupazioni abitative. Firenze deve essere una città vetrina, una delle tappe principali di quel parco dei divertimenti per ricchi in cui si vuol trasformare lo Stivale, in nome della legalità e del decoro. Va da sé che il decoro dello shopping e della movida implica che non esistano abitazioni decorose per i ceti meno abbienti.

L’operazione scellerata che all’alba dell’8 agosto ha visto la perquisizione del circolo anarchico Gogliardo Fiaschi di Carrara e l’arresto di alcune persone coinvolte a vario titolo nella pubblicazione del giornale “Senza motivo” è un salto in avanti dell’inquisizione sbirresca.

Martedì 3 ottobre, come si legge sul sito osservatoriorepressione.info, a Gino Vatteroni, uno degli indagati, è stata aggravata la misura e mercoledì 4, dagli arresti domiciliari con braccialetto, è stato collocato in carcere a Massa: gli sono state contestate delle violazioni alle prescrizioni, cioè dei “colloqui non permessi”. Avrebbe parlato con due persone ritenute “sospette” per fatti accaduti ormai molti anni fa, violando le prescrizioni relative al provvedimento restrittivo. Poi è direttamente passato al carcere ad alta sorveglianza di Alessandria, con il trattamento riservato ai detenuti politici pericolosi, per istigazione a delinquere aggravata, priva di fatti concreti diversi dalla redazione di scritti sulla rivista “Bezmotivny”.

Come si legge nel comunicato diramato dalla Federazione Anarchica Italiana, attaccare la diffusione di opinioni non conformi è tipico dei regimi autoritari.

A questo proposito è bene ricordare che il servizio che ha seguito l’operazione “scripta scelera” si chiama Servizio per il contrasto dell’estremismo violento. La struttura è stata creata con decreto ministeriale del 6 febbraio 2020, quindi all’epoca del governo Conte 2, quello che vedeva nella maggioranza tutta la sinistra parlamentare. Questo servizio si rivela utilissimo per chi voglia dare al proprio governo l’impronta di un regime autoritario prima e totalitario poi, perché la definizione (o accusa, visto che qui si tratta di atti di polizia) di “estremismo” è mobile. In altre parole l’accusa di estremismo può essere rivolta a qualsiasi gruppo politico che non si riconosca nell’ideologia dominante. Il fatto che questo strumento sia stato varato da un governo di centro-sinistra dimostra ulteriormente la stupidità di quei politicanti.

Possiamo quindi dire che la repressione viene apertamente usata dal governo fascista per costruire un consenso di facciata, che l’opposizione parlamentare spesso condivide le misure del governo per i propri interessi clientelari e per l’ossessione per la legalità. Possiamo però dire anche che la repressione può essere sconfitta con la solidarietà. Solidarietà a chi è colpito dalla repressione, a partire dalle prigioniere e dai prigionieri nelle mani del nemico, e soprattutto solidarietà di un vasto movimento di massa che tocchi tutti gli aspetti della repressione, per la libertà di pensare e di costruire un mondo nuovo.

Tiziano Antonelli

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